Misure: 122 x 50
Tecnica a spatola materica con struttura a cera e olio, su tavola di legno.
In questa fase pittorica l’artista ci racconta le vicende antico testamentarie rifacendosi alle narrazioni sia bibliche che apocrife ad esse contemporanee della Mezzaluna fertile.
Nell’opera “Caino e Abele” si riesce a percepire chiaramente il distacco tra Natura e Uomo, tra divino e terreno con il semplice linguaggio della spatola e attraverso pochi ma potenti elementi: i due uomini posti in basso, la fertile terra dietro di loro, la lignea figura semi umana che va a sostenere la prima entità divina riconosciuta dall’uomo - la Natura. Al di sopra di essa si può vedere il Dio nella figura di nuvola, “ruah” (rappresentazione di Dio), indifferente all’atto fratricida che si sta consumando in basso, che si volta ad ammirare il rosso pianeta che si staglia nel firmamento.
Le altre letture di quest’opera si possono interpreteranno linguaggio sia ermetico, che gnostico.
Dipinti 2° periodo